Judo/Ju Jitsu Educazione – Judo/Ju Jitsu Gioco – Aspetti Psicomotori – Sviluppo dell’Intelligenza Motoria – Capacità Cognitive

Non esiste disciplina più educativa del Judo/Ju Jitsu dal punto di vista psicomotorio, poiché oltre ad essere uno sport completo, il Judo/Ju Jitsu ha caratteristiche psicomotorie intrinseche che lo rendono adatto ai bambini più piccoli: la scoperta di sé, la ricerca di equilibrio, la caduta, il contatto con il suolo, il contatto fisico con gli altri, la sperimentazione e la ricerca dei propri limiti. Per questi motivi in altri paesi europei come la Francia, Germania, Olanda, Svizzera, ecc., le scuole hanno insegnanti tecnici di Judo/Ju Jitsu regolarmente inseriti negli inquadramenti ministeriali. Parliamo dei bambini di oggi che vengono spesso da situazioni ambientali (case, città, quartieri) sempre più ristretti e chiusi dove la possibilità di muoversi liberamente va via via restringendosi. Constatiamo giornalmente la progressiva perdita di abilità di base dell’infanzia, l’incertezza e l’impaccio nei movimenti, la difficoltà di misurare il gesto e l’azione, è compromessa la fisicità stessa dei bambini, il loro corpo sempre più spesso in eccesso o carenza di peso e con difficoltà (debolezze posturali) diffuse. Il corpo, di un numero sempre maggiore di piccolissimi, allevati in contesti abitativi e sociali costrittivi, presenta disfunzioni fisiche che si traducono in comportamenti esplosivi per quel bisogno fisiologico sacrosanto a quest’età di muoversi, correre, saltare, battere, combattere, rotolarsi a terra. Le recenti condotte nel nostro paese in questi ultimi anni, testimoniano come il gioco spontaneo si sia quasi totalmente estinto ed evidenziano come non più del 5-6% dei bambini, tra i 6 e i 10 anni, dedichino qualche ora ai giochi di movimento, infatti, molte abitudini ludiche, del tutto sedentarie, stanno soppiantando inesorabilmente, i giochi di movimento tradizionali, in grado di coinvolgere i bambini dal punto di vista motorio. In Italia, il Dojo (palestra di Judo/Ju Jitsu) è chiamato spesso a supplire alle carenze scolastiche nell’educazione motoria. Sono moltissime le scuole che chiedono interventi in aiuto alle insegnanti di scuole materne ed elementari più sensibili al bisogno psicomotorio, spesso però anche l’insegnante di Judo/Ju Jitsu, di fronte ad allievi di 3-4-5 anni, non sa in alcuni casi come agire, perché una cultura specifica non si può improvvisare, quindi è quasi obbligatorio che un tecnico sviluppi e migliori la sua professionalità con corsi supplementari e complementari all’attività del Judo/Ju Jitsu, qualifiche di ginnastica posturale, psicologia e didattica dell’infanzia, scienze motorie, specializzazione in psicomotricità, traumatologia sportiva al Judo/Ju Jitsu. L’avviamento al Judo/Ju Jitsu, secondo la mia concezione, non è lo scopo primario del corso, ma lo strumento che mira a sviluppare l’equilibrio psicomotorio del bambino perché possa, crescendo, dedicarsi in modo fruttuoso a qualunque attività sportiva tra cui auspicabilmente ma non necessariamente, anche il Judo/Ju Jitsu. Oggi un adolescente che pratica Judo/Ju Jitsu e che abbia alle spalle una buona preparazione fisica, tecnica, può anche mirare ad una attività agonistica nazionale per un futuro nel settore, nei vari centri sportivi delle forze armate.

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M.stro Franco Bondì 6°DAN